Un girasole di speranza! Ovvero cosa abbiamo imparato sull’evoluzione digitale dagli ospiti di una RSA e da una intraprendente educatrice

Il COVID ha significato tante cose, molte delle quali ce le saremmo volentieri evitate. Non parlo solo dei morti e dei malati, ma anche dei tanti “danni collaterali”. I ragazzi che non vanno a scuola e non socializzano, i malati cronici che non vengono seguiti negli ospedali (ci si aspetta che la mortalità per cancro si impenni nei prossimi mesi), gli anziani reclusi per mesi nelle RSA.

Con un dream team di volontari di Informatica Solidale qualche mese fa ci siamo interrogati su cosa avremmo potuto fare, nel nostro piccolo, per affrontare almeno qualcuna delle sfide che la pandemia ci stava mettendo davanti. Molti dei progetti dell’associazione avevano rallentato il loro percorso a causa delle restrizioni, ma l’entusiasmo era alto. Abbiamo così iniziato a seminare tra i nostri contatti nelle scuole, negli ospedali e nelle RSA, l’idea che eravamo a disposizione con strumenti, tecnologie ma soprattutto competenze per supportare progetti ad alto impatto sociale.

Così, dal contatto di un amico, è nata la collaborazione con l’RSA “Il Girasole” di Somma Lombardo. Inizialmente ci hanno chiesto di fornire dei tablet per facilitare la comunicazione degli ospiti con le famiglie. Nella fase emergenziale il personale dell’RSA metteva a disposizione i propri telefoni cellulari, ma non era una soluzione sostenibile nel lungo periodo. Così abbiamo configurato e fornito 3 tablet sanificabili che hanno permesso di mitigare gli effetti dell’isolamento. Ci pareva un primo passo, ma il team aveva la sensazione che si potesse fare di più anche se non riusciva a focalizzare cosa…. fino a che non arrivò una telefonata da una intraprendente ed entusiasta educatrice del Servizio Animazione, Eleonora.

Eleonora ci espresse un suo desiderio: poter usare le tecnologie digitali per la stimolazione cognitiva dei suoi ospiti in un contesto caratterizzato dal COVID, quindi con la necessità di lavorare in piccoli gruppi ed evitare di passarsi di mano in mano materiale potenzialmente portatore di infezione e non sanificabile, come le schede cartacee già in uso. Ci fece anche degli esempi che accesero i neuroni del team. Certamente vedere dei film era un modo interessante e gradito di stimolare gli ospiti, ma ci parlò anche degli esercizi cognitivi che facevano su carta e che la tecnologia avrebbe potuto rivoluzionare. Cominciammo a ragionare di quiz e lavagne digitali basate sugli ambienti conosciuti dai pazienti: il proprio paese, le città della propria giovinezza o i luoghi che avrebbero voluto visitare. Per qualcuno invece era più adatto il lavoro su numeri o parole, per altri dei semplici giochi di coordinamento e interazione. Foto, suoni, colori, video, applicativi di collaborazione, giochi cognitivi, tablet e proiettore… gli ingredienti c’erano e la ricetta cominciava a prendere forma.

Ci entusiasmava quanto stava nascendo per almeno 3 motivi. Innanzitutto Eleonora aveva centrato, forse inconsapevolmente, il punto nodale di ogni progetto di “evoluzione digitale”, piccolo o grande. Non ci aveva chiesto della tecnologia fine a sé stessa (quante richieste arrivano del tipo: ho bisogno di 6 tablet e 5 portatili…) e nemmeno di mettere su tablet le schede cartacee già utilizzate dall’animazione. Invece ci aveva trasmesso gli obiettivi e i risultati attesi (stimolazione, coinvolgimento, necessità di lavorare in piccoli gruppi evitando assembramenti e scambio di fogli di carta…) chiedendo al team di trovare una soluzione. Inoltre Eleonora era il “key user” perfetto: motivata, intraprendente, carica di entusiasmo, pragmatica. Il terzo motivo è che la soluzione che stavamo disegnando rispondeva ad un bisogno reale e dava valore alle persone: questo in fondo è il sogno segreto di ogni professionista ICT, che sia in un contesto di volontariato o in un progetto aziendale.

Così è nata la soluzione che vedete “su strada” in queste foto:

Tecnologicamente nulla di sconvolgente: alcuni tablet, un proiettore e un paio di applicativi (Wordwall e Jamboard) abbastanza semplici e potenti da coprire tutte le esigenze. Un minimo di formazione, il set-up dei dispositivi e il collegamento al wi-fi della struttura e… via! Eleonora e le sue colleghe hanno iniziato a promuovere giochi e quiz su Wordwall, dando agli ospiti dei tablet con cui interagire. I film, che non potevano essere mostrati in grandi gruppi per evidenti motivi, venivano portati direttamente nelle camere dei pazienti con il proiettore e il pc portatile. Viaggi virtuali nei luoghi della memoria o, in altri casi, nelle città che gli ospiti non avevano mai potuto visitare esercitavano uno stimolo cognitivo potentissimo. Ad esempio, un’ospite veneta voleva fortemente rivedere Venezia, e in pochi giorni sulla Jamboard venne preparato un tour virtuale. I commenti degli ospiti che Eleonora ci ha trasmesso sono stati teneri, stupefacenti e illuminanti. Eccone alcuni:

  • “Con queste cose qui le ore passano da ridere”
  • “Se rimanevo a casa queste belle cose non avrei potuto farle”
  • “Sembra davvero di essere al cinema”
  • “A 95 anni imparo ad usare il computer!”
  • “Mi diverto con questi giochi nuovi!”
  • “Grazie perché ci aiutate a rimanere con la mente giovane”

Ci rimane traccia anche di alcuni simpatici bigliettini, ad esempio quelli che la signora Dina e la signora Diana che ci hanno trasmesso tramite Eleonora:

Chiudo con i “credits” ai protagonisti di questo percorso, che per me sono stati fonte di ispirazione e di riflessione su come la tecnologia possa cambiare in meglio la vita delle persone. A patto che venga ben governata e indirizzata, come il team di questo progetto ci ha dimostrato!

CREDITS al DREAM TEAM:

  • Eleonora Bogoni, educatrice dell’RSA “Il Girasole”, per le idee, l’entusiasmo e la passione con cui si dedica al suo lavoro e con cui ha trascinato il progetto. Con lei ringraziamo anche tutte le sue colleghe e il personale dello staff dell’RSA coinvolto;
  • Andrea Lafasciano, super volontario/tecnico/informatico, per il supporto tecnico e umano al progetto, insieme a tutti i volontari di Informatica Solidale coinvolti nello studio e nella messa in opera della soluzione (e nelle call periodiche che ci hanno illuminato di speranza i lunedì sera);
  • Informatica Solidale e AISIS, che hanno supportato con persone e donazioni il progetto;
  • Il Presidente di Fondazione Il Girasole Onlus, che con lungimiranza ha supportato e seguito il percorso;
  • E soprattutto tutti gli ospiti dell’RSA il Girasole che hanno partecipato al progetto, per la loro curiosità, voglia di esplorare e di mettersi in gioco da cui tutti abbiamo molto, molto, molto da imparare!

E per chi volesse mettersi a disposizione: https://www.informatica-solidale.net/partecipa-ad-attivita-di-supporto-sociale/ricerca-volontari/