La geografia dell’Hi-tech (ossia delle innovazioni tecnologiche di punta) si sta modificando velocemente. Paesi che fino a qualche anno fa erano leader indiscussi si stanno ripiegando su se stessi, mentre altri stanno lavorando intensamente per conquistare il nuovo primato. Cosa c’entri tutto questo con il pesto di avocato e il gelato dell’albero, lo scoprirete leggendo il resoconto di questa cena dei protagonisti di Yottabyte e Brontobyte…
È una sera di inizio estate e il caldo comincia a farsi sentire. Stella è sdraiata pigramente sulla soglia della porta-finestra della cucina e finge di sonnecchiare nella calura. Un osservatore attento però si accorgerebbe che ogni cinque minuti avanza impercettibilmente di qualche centimetro: ha calcolato tutto in modo da trovarsi alla fine della cena esattamente sotto la mia sedia. Joy è una grande fan di Benedetta Parodi e stasera, con indosso il grembiule da cucina tirolese e il suo inseparabile iPad appoggiato sul microonde per vedere la video-ricetta, ci ha preparato delle fantastiche linguine con il pesto di avocado, una delle sue specialità (a fine articolo prometto la ricetta!). E sì, alla fine un po’ di pasta andrà anche a Stella e per questo lei sta diabolicamente pianificando l’avanzamento in posizione privilegiata! Mentre mangiamo, Natan butta lì un: “avete visto i nuovi scooter taiwanesi? 90 Km all’ora, autonomia di 100 Km e stazioni di ricarica dove puoi cambiare le batterie in pochi minuti senza aspettare la ricarica.” Stella alza la testa improvvisamente attenta.
“Che aziende sono?”, chiedo incuriosito mangiando soddisfatto le mie linguine, perché non mi è sfuggito l’interesse di Stella, segno che l’argomento deve essere approfondito.
“Kimco e Gogoro, Ora stanno cercando un accordo tra loro per fare uno standard comune sul cambio batterie: fatto questo diventano praticamente imbattibili!”.
Pietro, il più “filoamericano” della banda, salta su con: “Beh, ma gli americani stanno a guardare?”
“E i giapponesi?”, aggiunge Joy, che è da sempre una grande estimatrice del cibo Giapponese e non si capacità come un paese con una cultura e una cucina così affascianti e raffinati possa essere secondo a qualunque altro paese.
“Non stanno a guardare”, intervengo io, “ma vedete, è un dato di fatto che sull’innovazione Cina, Taiwan, Corea e altri paesi dell’est del mondo stanno facendo passi incredibili. È vero che gli scooter sono il primo mezzo di locomozione in molti paesi asiatici, quindi è comprensibile che questi paesi facciano gli investimenti maggiori nella mobilità su due ruote, ma in realtà il tema non si limita agli scooter. Avete mai sentito parlare di Made in China 2025?”
“Vogliono aumentare ancora la produzione e l’export di prodotti a basso costo?” Chiede Pietro.
“Esattamente il contrario”, rispondo, “Made in China 2025 è un programma ambizioso per portare la Cina ad avere il primato tecnologico nel mondo. Il programma è partito nel 2015 e prevede massicci investimenti in supercomputer, intelligenza artificiale, robotica, automazione industriale, nuovi materiali, infrastrutture e scienze della vita. Vi basti pensare che la spesa della Cina per la ricerca e sviluppo in questi campi dovrà quasi raddoppiare. Come vedi, niente a che vedere con la “vecchia Cina”, quella che produceva per l’occidente beni a basso costo e spesso di bassa qualità. L’obiettivo è che per il 2025 l’80% delle componenti hi-tech siano prodotte in Cina con tecnologia cinese.”
“Ma ci metteranno un sacco di tempo ad arrivare allo stesso livello degli americani. L’hai detto tu che per le università e la ricerca gli USA sono i migliori”, insiste Pietro, mangiando l’ultima forchettata di linguine e afferrando l’ultima speranza di affermare un primato americano.
“Qui ti sbagli”, dice Natan. “Non sono mica fessi. Non vogliono reinventare tutto, sanno bene che ci metterebbero troppo tempo. Ho letto che hanno un piano di acquisizione molto aggressivo di aziende straniere, molte europee. D’altro canto con le regole che si sono dati è diventato praticamente impossibile per un paese occidentale acquisire un’azienda innovativa cinese. Però nel 2017 la Cina ha acquistato aziende europee per circa 30 miliardi di dollari. E per facilitare questo percorso, stanno investendo tanto anche in infrastrutture di comunicazione con Europa, Asia e Africa. La chiamano «Belt and road initiative», o anche «La nuova via della seta». Una volta completato il progetto, potranno esportare più facilmente merci e importare conoscenze e tecnologie.”
(Fonte: wikipedia)
“Sì, è vero”, intervengo io che sto gustando le ultime forchettate e ne ho approfittato per navigare un po’ con il cellulare, anche se a tavola sgrido sempre i ragazzi quando lo fanno, “e sentite un po’ cosa dice il Professor Wei della Columbia Business School: «In un’epoca in cui alcuni dei Paesi più importanti al mondo si stanno ripiegando su se stessi e parlano di barriere commerciali e di muri alle frontiere, il mondo ha bisogno di iniziative mirate che costruiscano ponti e strade, in senso letterale e figurato, iniziative come la Belt and Road». Non male, non vi pare?”
Finiamo le linguine (ma io ne lascio a fatica una forchettata nel piatto per Stella) mentre continuiamo la discussione e sì, Stella è esattamente sotto la mia sedia al momento giusto, pronta per elemosinare gli avanzi, che le passo a malincuore. Poi Alex distribuisce «il» gelato: non un gelato qualunque, ma quello di una piccola azienda famigliare che è partita dalla Brianza ed è approdata a Brooklyn e che fa in assoluto il gelato migliore del mondo (cercare Albero dei Gelati classifica su Google per vedere, dare una leccata a qualunque gusto nel negozio più vicino a voi – se siete fortunati e abitate in Brianza o a Brooklyn – per credere!).
“Buonissimo! Ma con un gelato così, noi italiani cosa stiamo facendo sulle tecnologie?” chiede Alex, che un po’ come Joy vede dei collegamenti tra tecnologie e cibo che a noi di primo acchito sfuggono.
Mi prendo qualche secondo per pensare mentre assaggio alternativamente la crema con zibibbo e uvetta e la torta paesana (ah, come concilia il pensiero il gelato dell’albero!), i miei gusti favoriti, e poi dico: “Siamo indietro. Ho letto recentemente una statistica interessante: nel 2016 gli investimenti in start-up innovative sono stati di 2 miliardi di euro per la Germania, 2,7 miliardi per la Francia e oltre 600 milioni per la Spagna. Sapete quanto abbiamo investito noi? 162 milioni di euro! E vi dico di più: siamo la seconda manifattura europea dopo la Germania, ma meno del 20% delle start-up che abbiamo finanziato sono in ambito manifatturiero. E sapete che molti ricercatori Italiani negli anni sono andati all’estero.”
“Io ho la soluzione”, dice Joy. La fissiamo con sguardo interrogativo e un po’ incredulo, ma lei continua sicura: “Un paese come l’Italia, con il cibo migliore del mondo e tutte le opere d’arte e i musei, non può essere così indietro. Chiamiamo tutti gli scienziati più bravi del mondo e diciamogli che qui si sta bene, così vengono tutti da noi e diventiamo i più bravi anche nell’innovazione!”.
Seguono commenti disordinati, qualcuno ride all’idea, Stella comincia a girare in tondo su se stessa partecipando al quel trambusto (o forse vuole dirmi che è d’accordo con Joy?) e ci metto un po’ a riportare l’ordine. Finisco il mio gelato pensieroso, mentre i ragazzi sono passai a parlare dei mondiali di calcio, poi dico: “Sono d’accordo con te Joy”. Silenzio.
“Sulle linguine al pesto di avocado? Concordo” dice ironico Natan.
“No, su quello che ha detto rispetto all’innovazione.”
“Quindi cominciamo a chiamare gli scienziati nel mondo dicendo che qui si mangia bene?” Infierisce Pietro.
“Sto dicendo che l’attrattività dell’Italia, il brand o l’immagine che gli stranieri hanno del nostro paese, è ancora fortissima. Ho letto qualche giorno fa un’indagine, guardate mi ero salvato alcuni grafici sul cellulare:”
“Vedete? Siamo attrattivi! Inoltre in parte la strategia di Joy è già stata messa in pratica. Nell’Istituto Italiano di Tecnologia quasi la metà dei ricercatori vengono dall’estero (di cui solo un terzo italiani rientrati) e credo che l’attrattività dell’Italia abbia giocato un ruolo importante. Lo Human Technopole a Milano assumerà a breve centinaia di ricercatori. Però ci vogliono investimenti, infrastrutture, meritocrazia, percorsi chiari… altrimenti dopo aver assaggiato il nostro gelato questi ricercatori se ne tornano nei loro paesi!”
“Insomma dovremmo attrarre migranti? Misura poco popolare di questi tempi…”, dice Natan.
“Perché vediamo l’immigrazione solo come un problema, mentre siamo a un crocevia storico.” Continuo io. “Dobbiamo certamente gestire i flussi migratori in modo intelligente, ma dovremmo alzare un po’ la testa e lo sguardo. Pianificare a 10 anni, non guardarci i piedi e perderci il futuro. Dovremmo investire da noi ma anche in Africa, come sta facendo la Cina. Dovremmo attrarre cervelli, sfruttando il contesto multietnico per ibridare le culture, come noi facciamo da secoli. Le linguine che abbiamo mangiato dovrebbero averci insegnato qualcosa: hanno messo insieme l’estremo oriente di Joy, la tradizione ligure, ingredienti dell’estremo occidente come l’avocado, e guardate che risultato!”
Stella abbaia due volte e poi esce dalla cucina sbadigliando, segno a mio parere di indubbia approvazione per quello che ho detto e monito a finire la cena che è andata un po’ per le lunghe. Ci alziamo e io e Alex rassettiamo, mentre i ragazzi si disperdono immergendosi nei loro smartphone. Ora la casa è quasi silenziosa, almeno fino alla prossima cena!
ALCUNI LINK INTERESSANTI (da cui ho tratto molte delle citazioni dell’articolo):
https://www.dueruote.it/notizie/attualita/elettrico-scoppia-la-guerra-dello-standard
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/startup_relazione_annuale_al_2017.pdf
https://www.wired.it/scienza/biotech/2018/06/20/human-technopole-expo-milano-ricercatori/
https://www.slideshare.net/ENITItalia/be-italy-indagine-sullattrattivit-del-paese
https://www.iit.it/it/istituto/facts-and-figures
E INFINE I LINK CHE VERAMENTE ASPETTAVATE:
https://www.ricetteintv.com/molto-bene-spaghetti-al-pesto-di-avocado-di-benedetta-parodi/