I Pinguini del Madagascar e la telemedicina (parte 1): partenza

Arrivo ad Antananarivo, prima tappa del viaggio-missione in Madagascar. More pictures here.

 

Carissima Stella[1]

Come promesso, ti scrivo per raccontarti la prima puntata di questa avventura. Innanzitutto, l’altra mattina avrai certamente notato un certo trambusto a casa. Ero io la causa, anche se ero già partito da un po’. Già, perché dopo che Natan mi ha accompagnato all’aeroporto (siamo partiti alle 3.45 di mattina), alle 4:20, arrivato al banco del check-in del volo per Parigi con imbarco previsto alle 5:20, l’hostess di terra mi guarda candida e mi dice come fosse uno scherzo: “Questo è il passaporto annullato, ora mi da quello buono?” Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi, ma non come un film muto, perché potevo sentire il sonoro delle urla di Alex! Ovviamente l’ho subito chiamata e si è svelato l’arcano: il passaporto che avevo preso era invero quello annullato, quello valido era lì vicino nella stessa cartelletta dei documenti. Sconcerto. Quale mente malata avrebbe mai potuto fare una cosa del genere? Anche qui un flash back di qualche anno fa mi passa davanti agli occhi, con Alex che mi dice: “Ma perché tieni sempre tutto? Butta quel passaporto vecchio!” e io che rispondo: “Ma no dai, ci sono le foto dei ragazzi quando erano piccoli…”. Ritornato al presente ho sentito Alex che diceva al telefono, cercando evidentemente di trattenersi per non urlare, essendo da poco passate le 4 di mattina: “Ma come si fa a prendere il passaporto annullato? Per una cosa che ti lascio fare da solo…”. Lo sforzo di tenere sotto controllo il tono della voce è stato lodevole, ma credo non molto riuscito. L’avrai sentita anche tu, perché mi hanno riferito poi i miei contatti a casa che questa frase è stata udita in diretta alle 4:30 di mattina da tutto il quartiere. Comunque noi siamo bravissimi nella gestione delle emergenze (un po’ meno in pianificazione forse), così Alex in pochi minuti ha trovato il passaporto valido, ha intercettato Natan sul cancello appena arrivato a casa (pronto per tornare a dormire), lo ha rimesso in auto e me lo ha rimandato sparato in aeroporto. Alle 5:15 avevo in mano il passaporto corretto, alle 5:30 ero al gate dopo aver superato tutti correndo grazie al solito grido all’italiana: “Scusate ho l’aereo che parte”. Già, come se tutti gli altri in coda fossero lì per svago. Ogni volta che ho visto questa scena ho sempre rimbrottato lo sciagurato ma, come dice Natan, questo è anche il bello dell’Italia: flessibilità e comprensione verso le sventure altrui, che prima o poi diventano le tue.

Comunque, alle 7:30 siamo arrivati a Parigi e alle 10:40 siamo ripartiti per Antanarivo. Non si sa se per il sonno o perché siamo imbottiti di Malarone[2], ma qualcuno di noi ad un certo punto ha iniziato a straparlare dicendo che in serata saremmo arrivati all’ospedale, la nostra meta finale. In realtà ci metteremo tre giorni. Dato che siamo in quattro un po’ sconclusionati ma determinati, siamo diretti in Madagascar e siamo una bella squadra, il nostro gruppo WhatsApp non poteva che chiamarsi: “I Pinguini del Madagascar”. Te li ricordi Stella? Ti sono sempre piaciuti molto, sia nel film Madagascar che nel sequel e secondo me tu ti sei sempre immedesimata in Kowalsky. In realtà nel nostro gruppo, composto da me, Piero, Debora e Giorgio, non sappiamo chi sia Skipper, chi Kowalsky, chi Rico e chi Soldato, perché forse ognuno di noi è un po’ tutti e quattro. Abbiamo valige e bagagli a mano stracarichi di attrezzature, perché anche noi siamo in missione come i pinguini: per AISIS[3] stiamo raggiungendo appunto l’ospedale di Vezo[4], a sud ovest del Madagascar, per installare una postazione di telemedicina e per studiare un progetto più ampio in altri ospedali del paese. Obiettivo: abilitare i medici di GHT[5], una ONG incredibile che offre lo stesso servizio in tanti paesi africani, a supportare lo staff locale con servizi di teleconsulto a distanza. In questo modo un ospedale piccolo e con poco personale in una zona rurale potrà ricevere supporto da parte di 150 medici specialisti volontari!

Ad Antananarivo (more pictures here) siamo arrivati intorno alle 22:30 ma siamo usciti dall’aeroporto dopo mezzanotte, quindi la mattina dopo alle 12:20 ci siamo imbarcati su un volo per Toliara. Prima però il proprietario dell’albergo dove abbiamo dormito ci ha portato in un piccolo parco qui vicino a vedere i Lemuri. Del resto, si può venire in Madagascar senza vedere un lemure, l’animale simbolo che vive solo qui e nell’immortale personaggio di Re Julien? Abbiamo visto anche uno dei fossa, i cattivi di Madagascar. Piccolo ma feroce. Un paese che per 80 milioni di anni ha vissuto separato da tutto il resto del mondo e che solo negli ultimi 2000 anni ha visto la presenza dell’uomo non poteva che essere straordinariamente diverso da tutti gli altri!

Abbiamo visto anche famiglie intere spaccare pietre in una specie di cava all’aperto, per rivendere la ghiaia per le costruzioni. E naturalmente tanti bambini, che alle sei di mattina già stavano giocando a calcio nei campetti in terra rossa vicino all’albergo o che aiutavano le famiglie con le pietre (ma sempre con il pallone sottobraccio).

Stasera dormiamo a Toliara e domani partiremo in fuoristrada per l’ospedale. Ci sono circa 6 ore di auto per un totale di 200 Km. di strada. Oggi abbiamo incontrato uno dei personaggi incredibili che ti capitano sempre in questi viaggi: la direttrice del Porto di Toliara che è una energica signora Friulana, in Madagascar dal 1996. Insieme al Presidente dell’Associazione Amici di Ampasilava, il dott. Vito Pedrazzi che gestisce l’ospedale e ci fa da guida in questa avventura, ci aiuterà a trovare contatti con le compagnie telefoniche locali per aumentare la connettività dell’ospedale. Nei tragitti in auto sono già uscite tante esigenze, dalla formazione a distanza (e-Learning) per medici locali al wi-fi per i tanti volontari (120 lo scorso anno!) che si alternano per far funzionare l’ospedale. Tante belle idee, ma tutto parte dalle connessioni e dalla possibilità di far circolare le idee e le informazioni… come sempre nella vita!

NOTA: il  post successivo lo potete leggere qui!

NOTA (2): per vedere qualche foto in più di questi giorni vi rimando a questo post su Instagram già riportato nell’articolo.

NOTA (3): ecco i veri pinguini: io, Piero, Giorgio e Debora!

 

 

 

[1] Stella è il nostro bellissimo cagnolino, mia musa ispiratrice per tutto ciò che riguarda la tecnologia, con cui a volte comunico tramite scambi epistolari… o via social: https://www.instagram.com/_.stardog._/

[2] Farmaco utilizzato nella profilassi anti-malarica, i cui potenziali effetti collaterali sono angoscianti (dalla paranoia al delirio… leggendoli ti viene da dire: meglio la malaria!)

[3] www.aisis.it

[4] www.amicidiampasilavaonlus.com

[5] http://www.ghtelemedicine.org