Oggi ho chiuso bottega…e ho già voglia di ricominciare!

Una riflessione sul lock-down a cui il coronavirus ci costringe e sulla voglia di ripartire.

Parto da questa foto, postata su Instagram da Studenti.Unicatt. Il bel chiostro del Bramante completamente vuoto il 16 marzo come fosse il 15 agosto. Quante volte, in questi pochi mesi da quanto ho iniziato questa avventura in Università Cattolica, ci sono passato per andare in ufficio o recarmi ad una riunione. I Chiostri sono un luogo di bellezza e di incontro affascinante, un connubio perfetto tra l’entusiasmo ed anche la chiassosità dei ragazzi di oggi e la maestosa compostezza di una storia e di una cultura che solo in Italia si respirano a questi livelli. Ogni volta ne sono sbalordito. E anche nei periodi estivi, quando le lezioni sono sospese, qualche gruppo di ragazzi che chiacchiera o qualche professore che vi passeggia lo trovi sempre.

Invece ieri sera i chiostri erano vuoti, completamente.  E silenziosi di un silenzio irreale. Mi è cresciuta dentro una strana malinconia, o forse era nostalgia di quella vita che sembrava essere migrata altrove. Passeggiando a fine giornata per i corridoi vuoti mentre andavo per l’ultima volta verso il mio ufficio, mi passavano davanti agli occhi gli stessi chiostri solo qualche settimana prima. E lo stesso vuoto era tutto intorno: Milano è ormai una città spettrale.

Ormai da diversi giorni la maggior parte del personale sta lavorando da remoto, anche nei sistemi informativi. Ieri sera abbiamo finito di attivare al lavoro da remoto tutti i colleghi e smantellato anche l’ultimo team che era rimasto attivo in cattolica, lasciando solo un presidio minimo. Da oggi ognuno lavora da casa propria.

Però se si ascolta bene quella vitalità, quell’entusiasmo e quelle conversazioni che si coglievano nelle aule e sotto i portici dei nostri chiostri non sono scomparsi. Si sono solo spostati in un altro luogo. Mi è capitato di collegarmi per ragioni tecniche a qualche classe on line e sì, vi assicuro che la vita non è sparita, si è spostata nei chiostri e nelle aule digitali. Migliaia di corsi in modalità eLearning sono fruiti da decine di migliaia di ragazzi, le prime lauree si stanno tenendo in modalità remota, per gli esami e le altre attività sarà lo stesso. Il personale tecnico amministrativo sta continuando le proprie attività da casa, dando un contributo importantissimo perché la “macchina digitale” possa andare avanti.

Oltre a questo mi piace ricordare quanto ho già scritto: mai come ora abbiamo vissuto momenti di collaborazione fruttuosa tra le diverse organizzazioni di università: tra docenti e personale amministrativo, tra informatici ed esperti di formazione, tra didattica e altre funzioni. Oltre alla collaborazione, sono nati dei modelli integrati tanto auspicabili quanto difficili da attuare in condizioni normali. Ad esempio, non più un numero di telefono per il supporto IT e un altro per il supporto alla didattica online, ma un solo servizio costituito da tecnici ed esperti di didattica e di organizzazione insieme. E tutto senza nemmeno incontrarsi fisicamente!

C’è del bello insomma anche nella violenta transizione digitale che stiamo vivendo. Ma non dimentichiamoci che l’uomo ha bisogno anche di luoghi e di incontri fisici. Non dimentichiamoci che dobbiamo tutti restare a casa ora per poter tornare presto a vivere i luoghi di incontro, come i chiostri della Cattolica, i parchi, le piazze, le chiese e anche i bar di Milano e delle tantissime nostre belle città!

Ecco perché lavoro con entusiasmo anche da casa, dimenticandomi della nostalgia: perché ho voglia di ricominciare!